Cristoforo Colombo “colpevole” di un drastico cambiamento climatico!

Il geochimico Richard Nevle della Stanford University, ha spiegato che Cristoforo Colombo ed altri esploratori che lo hanno seguito, potrebbero avere innescato una serie di processi che hanno portato allo sviluppo della Piccola Età Glaciale.

Analizziamo dunque questa singolare teoria climatica, in base alla quale responsabile del grande freddo della Piccola Età Glaciale sia comunque l’Uomo, e non l’attività solare.

Alla fine del 15° Secolo, tra i 40 ed i 100 milioni di persone abitavano nelle Americhe, e grandi quantità di alberi venivano bruciati per fare spazio alle coltivazioni, oppure per usi domestici.

Grandi depositi di carbone sono stati infatti trovati nei terreni di Messico, Nicaragua ed altri Paesi.

Con l’arrivo di Cristoforo Colombo, e della colonizzazione spagnola, il 90% di questa popolazione morì per le conseguenze della guerra, e, soprattutto, delle epidemie di vaiolo, difterite e morbillo.

A questo punto, gli alberi sono di nuovo ricresciuti, e le foreste hanno preso il posto delle superfici coltivate.

Nevle stima che sia stata riforestata una superficie di terreno equivalente a quella della California, e questo significa dalle 2 alle 17 miliardi di tonnellate di CO2 prelevate dall’atmosfera.

Contemporaneamente, i carotaggi effettuati in Antartide hanno mostrato che la quantità di CO2 nell’atmosfera terrestre è calata tra le 6 e le 10 parti per milione tra il 1525 ed il 1600.

Inoltre, in questo periodo è aumentata la presenza di C 13 nell’atmosfera, un isotopo del Carbonio 12 presentante un neutrone in più.

Questo perché gli alberi assorbono più facilmente il Carbonio 12 rispetto al suo isotopo 13.

Il calo della CO2 in atmosfera potrebbe quindi essere dovuto a tale riforestazione.

Questo calo, a sua volta, potrebbe essere stato l’innesco della Piccola Età Glaciale.

Stando a questa teoria, dunque, è stato Cristoforo Colombo ad innescare un lungo raffreddamento climatico!

Punto debole di tale teoria, tuttavia, è che le misurazioni del C 13 del passato sono molto incerte, e quindi non concusive.

(Articolo apparso sulla rivista Science News).

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