Il Monte Cimone e le irruzioni di aria fredda

La vetta del Monte Cimone, come appare anche dal nome, è una vetta che si staglia sull’Appennino Modenese, di cui raggiunge la massima altitudine con 2165 metri di quota.

Per questa sua posizione, è la prima vetta appenninica dove impatta il vento di bora che scende dal Golfo di Trieste ed investe l’Adriatico e l’Emilia Romagna.

Quindi, se Trieste rappresenta una prima “sentinella” che misura la qualità del freddo in arrivo sulla nostra Penisola, il Monte Cimone ne rappresenta un secondo parametro per verificare quanto intenso sia il freddo giunto in Italia.

La concomitanza della presenza di una stazione di rilevamento meteorologico dell’Aeronautica Militare ne fa un “faro” prezioso per l’arrivo del freddo.

In generale possiamo dire che le più intense ondate di freddo che colpiscono l’Italia sono in grado di portare le temperature del Monte Cimone vicine o al di sotto dei -20°C.

Il record storico dal 1950 appartiene alla celebre ondata di freddo del Febbraio 1956, quando la temperatura scese fino a -21,8°C.

Questa sembra essere stata la più forte ondata di freddo che ha colpito l’Italia dal dopoguerra ad oggi.

Al secondo posto si piazza (di poco), l’ondata di freddo del Gennaio 1985, con -21,4°C.

Il 05 Marzo 1971 si arrivò a -21,1°C.

Altre ondate di freddo recenti : il 26 Dicembre 1996 il termometro toccò i -20°C.

Il 12 e 13 Gennaio 1968 la temperatura scese, ugualmente, a -20,0°C.

Il 06 Febbraio 1991 si scese a -21,0°C, mentre, lo stesso mese, il 14 Febbraio si arrivò a -20,4°C.

Queste temperature andranno tenute come termine di paragone per la prevista ondata di freddo prevista per i prossimi giorni.

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