Il ritorno della Nina: timori sui mercati internazionali

Sembra un controsenso, ma non lo è, che un fenomeno
meteorologico possa portare a delle crisi di mercato, pericolose in un momento
di crisi economica planetaria.

Eppure è così: le paure dovute all’imminente arrivo della
Nina porterebbero a turbolenze sui mercati delle materie prime, dovute ai danni
climatici provocati da questo fenomeno di raffreddamento delle acque
superficiali al largo delle coste Peruviane.

Tra i vari guai provocati da questo fenomeno atmosferico, si
nota l’aumento delle piogge torrenziali sulla parte orientale dell’Australia,
siccità forti sulla parte centrale degli States, nonché l’aumento di fenomeni
violenti sul Sudamerica che ha ostacolato le estrazioni minerarie in Brasile.

Il timore degli investitori sui mercati è che ulteriori
interruzioni nella produzione di materie prime dovuti agli eventi climatici
avversi, possa provocare una spirale di aumento dei prezzi di quest’ultime.

L’evento è temuto soprattutto negli Stati Uniti, dove le
anomalie termo – pluviometriche dovute all’ultimo episodio di Nina appena
concluso sono state considerevoli: la nevosità sulla parte occidentale delle
Montagne Rocciose è aumentata fino al 600%, rendendo alcuni passi impraticabili
perfino nel mese di Agosto!

Al contrario, la parte centrale degli States ha vissuto il
Luglio più caldo e siccitoso della sua storia.

Il grafico mostra le previsioni del modello NCEP – CPC, che
mostrano come, nel prossimo mese di Gennaio, la Nina possa toccare un valore
ancora inferiore al minimo raggiunto lo scorso anno, risultando così come il
probabile episodio di Nina più forte dagli anni Ottanta ad oggi, superando
quello intenso del 2008!

Sembra un controsenso, ma non lo è, che un fenomeno
meteorologico possa portare a delle crisi di mercato, pericolose in un momento
di crisi economica planetaria.

Eppure è così: le paure dovute all’imminente arrivo della
Nina porterebbero a turbolenze sui mercati delle materie prime, dovute ai danni
climatici provocati da questo fenomeno di raffreddamento delle acque
superficiali al largo delle coste Peruviane.

Tra i vari guai provocati da questo fenomeno atmosferico, si
nota l’aumento delle piogge torrenziali sulla parte orientale dell’Australia,
siccità forti sulla parte centrale degli States, nonché l’aumento di fenomeni
violenti sul Sudamerica che ha ostacolato le estrazioni minerarie in Brasile.

Il timore degli investitori sui mercati è che ulteriori
interruzioni nella produzione di materie prime dovuti agli eventi climatici
avversi, possa provocare una spirale di aumento dei prezzi di quest’ultime.

L’evento è temuto soprattutto negli Stati Uniti, dove le
anomalie termo – pluviometriche dovute all’ultimo episodio di Nina appena
concluso sono state considerevoli: la nevosità sulla parte occidentale delle
Montagne Rocciose è aumentata fino al 600%, rendendo alcuni passi impraticabili
perfino nel mese di Agosto!

Al contrario, la parte centrale degli States ha vissuto il
Luglio più caldo e siccitoso della sua storia.

Il grafico mostra le previsioni del modello NCEP – CPC, che
mostrano come, nel prossimo mese di Gennaio, la Nina possa toccare un valore
ancora inferiore al minimo raggiunto lo scorso anno, risultando così come il
probabile episodio di Nina più forte dagli anni Ottanta ad oggi, superando
quello intenso del 2008!

Sembra un controsenso, ma non lo è, che un fenomeno
meteorologico possa portare a delle crisi di mercato, pericolose in un momento
di crisi economica planetaria.

Eppure è così: le paure dovute all’imminente arrivo della
Nina porterebbero a turbolenze sui mercati delle materie prime, dovute ai danni
climatici provocati da questo fenomeno di raffreddamento delle acque
superficiali al largo delle coste Peruviane.

Tra i vari guai provocati da questo fenomeno atmosferico, si
nota l’aumento delle piogge torrenziali sulla parte orientale dell’Australia,
siccità forti sulla parte centrale degli States, nonché l’aumento di fenomeni
violenti sul Sudamerica che ha ostacolato le estrazioni minerarie in Brasile.

Il timore degli investitori sui mercati è che ulteriori
interruzioni nella produzione di materie prime dovuti agli eventi climatici
avversi, possa provocare una spirale di aumento dei prezzi di quest’ultime.

L’evento è temuto soprattutto negli Stati Uniti, dove le
anomalie termo – pluviometriche dovute all’ultimo episodio di Nina appena
concluso sono state considerevoli: la nevosità sulla parte occidentale delle
Montagne Rocciose è aumentata fino al 600%, rendendo alcuni passi impraticabili
perfino nel mese di Agosto!

Al contrario, la parte centrale degli States ha vissuto il
Luglio più caldo e siccitoso della sua storia.

Il grafico mostra le previsioni del modello NCEP – CPC, che
mostrano come, nel prossimo mese di Gennaio, la Nina possa toccare un valore
ancora inferiore al minimo raggiunto lo scorso anno, risultando così come il
probabile episodio di Nina più forte dagli anni Ottanta ad oggi, superando
quello intenso del 2008!

Sembra un controsenso, ma non lo è, che un fenomeno
meteorologico possa portare a delle crisi di mercato, pericolose in un momento
di crisi economica planetaria.

Eppure è così: le paure dovute all’imminente arrivo della
Nina porterebbero a turbolenze sui mercati delle materie prime, dovute ai danni
climatici provocati da questo fenomeno di raffreddamento delle acque
superficiali al largo delle coste Peruviane.

Tra i vari guai provocati da questo fenomeno atmosferico, si
nota l’aumento delle piogge torrenziali sulla parte orientale dell’Australia,
siccità forti sulla parte centrale degli States, nonché l’aumento di fenomeni
violenti sul Sudamerica che ha ostacolato le estrazioni minerarie in Brasile.

Il timore degli investitori sui mercati è che ulteriori
interruzioni nella produzione di materie prime dovuti agli eventi climatici
avversi, possa provocare una spirale di aumento dei prezzi di quest’ultime.

L’evento è temuto soprattutto negli Stati Uniti, dove le
anomalie termo – pluviometriche dovute all’ultimo episodio di Nina appena
concluso sono state considerevoli: la nevosità sulla parte occidentale delle
Montagne Rocciose è aumentata fino al 600%, rendendo alcuni passi impraticabili
perfino nel mese di Agosto!

Al contrario, la parte centrale degli States ha vissuto il
Luglio più caldo e siccitoso della sua storia.

Il grafico mostra le previsioni del modello NCEP – CPC, che
mostrano come, nel prossimo mese di Gennaio, la Nina possa toccare un valore
ancora inferiore al minimo raggiunto lo scorso anno, risultando così come il
probabile episodio di Nina più forte dagli anni Ottanta ad oggi, superando
quello intenso del 2008!

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