Per il Meteoffice britannico è possibile l’arrivo una nuova PEG

 

Nell’ambito della discussione internazionale sul Global Warming, spuntano anche le previsioni del Meteoffice, sul possibile inizio di una nuova PEG (Piccola Età Glaciale), quanto meno sulle Isole Britanniche.

Questa previsione è basata sulle ricerche riguardanti l’attività solare.

Avevamo detto che, durante un ciclo solare, sono forti le variazioni di irraggiamento soprattutto nello spettro dell’ultravioletto, mentre sono piccole le variazioni nella quantità di radiazione complessiva.

Però questa variazione nell’ultravioletto sembra assumere un’importanza fondamentale nel governare il tempo sul nostro Continente.

I ricercatori hanno costruito un modello computerizzato, in base al quale pare evidente che la variabilità UV influenza pesantemente le temperature nella Stratosfera.

Anzitutto, le misure satellitari hanno mostrato una variazione molto grande all’interno di un ciclo solare, maggiore di quanto non si sospettava in precedenza.

Negli anni con bassa emissione di UV, si forma aria molto fredda sulla stratosfera posta sopra i Tropici, a circa 50 km di altezza.

Questa viene “bilanciata” da un flusso d’aria orientale nei bassi strati, che provoca frequenti  ondate di freddo da nord est sull’Europa.

Al contrario, molta emissione negli UV provoca un riscaldamento della stratosfera tropicale, con venti forti occidentali su Europa e Stati Uniti, con inverni miti.

Il modello del Meteoffice spiega che potranno così esserci inverni rigidi su Stati Uniti ed Europa, con l’arrivo di un minimo solare di lunga durata, ma miti su Canada e Mediterraneo, in quanto avremo una ridistribuzione del calore sul nostro Pianeta.

Gli scienziati pensano che vi siano cicli di 300-400 anni nell’emissione di ultravioletti, che corrisponderebbe bene ai cicli di freddo invernali sulle Isole Britanniche.

Lo scorso duro inverno britannico, infatti, ha avuto condizioni simili a quelle degli inverni di 300 anni fa.

Da www.irishweatheronline.com , l’immagine mostra come funzioni il meccanismo che provoca inverni molto rigidi in Europa e negli USA, in seguito ad una ridotta attività solare.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica NATURE.

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